FAQ

I filtri SPASCIANI con raccordo normalizzato EN 148-1 e le cartucce con raccordo speciale sono stati certificati secondo le nuove norme per i filtri:

EN 14387:2021 per filtri antigas e combinati e EN 143:2021 per filtri antipolvere.

La modifica principale riguarda l’eliminazione della prova di intasamento con polvere di Dolomite e l’eliminazione della marcatura R/NR, con conseguente modifica della marcatura dei filtri.

La marcatura R/NR è stata eliminata per il seguente motivo:

nell’edizione precedente delle norme, le prove di efficienza filtrante, sia con Cloruro di Sodio  che con Olio di Paraffina, prevedevano 3 test, la misura dell’efficienza dopo 3 minuti, quella dopo lunga durata (120 mg di aerosol) e quella dopo 24 h di immagazzinamento. Se il valore dopo storage rimaneva entro i limiti di norma, allora il filtro poteva essere marcato R (Riutilizzabile), in caso contrario il filtro doveva essere marcato NR (Non riutilizzabile). 

Con la nuova edizione delle norme, sono previsti solo due test di efficienza filtrante, la lunga durata e lo storage, e ambedue i test devono essere entro i limiti di norma.

Questo significa che i filtri NR non esistono più e che tutti i filtri sono per forza R.

La marcatura senza lettere R e D è stata aggiornata per tutti i filtri, come imposto dalle nuove norme 2021.

Come indicato nei nuovi certificati, la valutazione di conformità ai requisiti essenziali di salute e sicurezza di cui all’Allegato II del Regolamento UE 2016/425 si basa anche sulla conformità alle norme EN 14387:2004+A1:2008 e EN 143:2001/A1:2006 per i requisiti prestazionali, pertanto l’efficienza dei filtri antipolvere/combinati in ambienti molto polverosi è sempre garantita per quei filtri che avevano la marcatura D, ora non più presente (filtri 100 con raccordo normalizzato EN 148-1 antipolvere e combinati).

Tutti i filtri e tutte le cartucce SPASCIANI sono RIUTILIZZABILI per quanto concerne la parte antipolvere (ad esclusione dei filtri AX e CO che sono monouso, anche se combinati).

Gli aerosol sono piccole particelle disperse nell’aria sotto forma di particelle solide o liquide come polveri, fumi o nebbie. Aerosol è il nome collettivo delle particelle solide e liquide disperse in un gas (materia in sospensione). 

Polvere è il nome collettivo che indica le particelle solide estremamente fini in un gas, specialmente l’aria, che sono originate da processi meccanici o sono state sollevate in aria 

Le nebbie sono costituite da finissime goccioline di liquido (specialmente di acqua) sospese nell’aria 

I fumi sono i residui gassosi della combustione. A parte gas e vapori, i fumi contengono anche materia solida sotto forma di particelle molto fini (spesso colloidali) come fuliggine, particelle di ossidi metallici o aerosol come ad esempio goccioline d’olio  

Le particelle si differenziano per la grandezza. A seconda della loro origine, la grandezza delle particelle varia notevolmente e di conseguenza variano molto anche i pericoli e le possibili misure di protezione.  Le particelle più piccole di 5 μm sono definite polveri fini. Le polveri fini possono essere inalate dagli esseri umani e possono raggiungere i polmoni. Perciò, questo gruppo è particolarmente importante per la protezione respiratoria. 

I virus, per le loro dimensioni, sono assimilabili alle polveri fini.

Per proteggere in modo adeguato dagli aerosol, la legislazione prevede due famiglie di dispositivi:  

– il facciale filtrante: dispositivo di III categoria, più comunemente chiamato “mascherina o semimaschera o facciale antipolvere”, per la protezione di naso e bocca; la protezione dai particolati è indicata con “FFP”, la norma di riferimento è la EN 149:2001+A1:2009; 

– i filtri antipolvere da utilizzare con semimaschera o maschera intera: dispositivi di III categoria per la protezione di naso, bocca, mento ed eventualmente occhi; la protezione dai particolati è indicata con “P”, la norma di riferimento EN 143:2000+A1:2006.  

Le norme sopra citate attribuiscono una protezione crescente all’aumentare dell’efficienza filtrante: FFP1, FFP2, FFP3 per i facciali e P1, P2, P3 per i filtri. 

L‘Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha pubblicato varie linee guida in merito alla prevenzione e all’uso dei dispositivi più idonei.

Per la protezione preventiva, è consigliabile indossare maschere monouso con almeno il livello di protezione FFP2. Il facciale filtrante FFP2 è adatto per la protezione da particelle solide e/o liquide non volatili. Per ridurre la diffusione del virus, le persone infette devono indossare maschere monouso con livello di protezione FFP2 o FFP3 senza valvola di espirazione. Quando trattiamo con persone infette, raccomandiamo maschere monouso con livello di protezione FFP2 o FFP3, preferibilmente senza valvola di espirazione. 

Le mascherine Spasciani/Sibol sono certificate come DPI secondo la norma EN 149:2001+A1:2009 in classe FFP2 e FFP3 e corrispondono pienamente alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). 

Elenco modelli e caratteristiche:

• Facciali filtranti pieghevoli
• Facciali filtranti a coppa

Secondo l’FSS Code al par. 2.1.2.2 del Cap. 3 l’autorespiratore deve essere dotato di un allarme sonoro e di uno visivo. Il manometro, con cui l’utilizzatore si accerta che il volume d’aria nella bombola non scenda al di sotto dei 200 litri indipendentemente dalla necessità di un’illuminazione supplementare, può essere considerato come allarme visivo.  

Tale interpretazione è contenuta nella circolare MSC.1/Circ.1499 dell’IMO. 

Secondo i regolamenti in vigore*, gli autorespiratori MED devono essere dotati di un cavo di sicurezza (lifeline), come descritto nel FSS code al capitolo firefighter outfit. È responsabilità dell’operatore utilizzare l’apparato congiuntamente ad una lifeline conforme ai requisiti dell’item MED/3.44, da collegare tramite un moschettone al telaio dell’apparecchio o ad una cintura separata.  

*Direttiva MED 2014/90/UE e relativo Regolamento d’esecuzione 2019/1397/UE, dove sono elencati gli item MED.  

Secondo la direttiva MED è necessario avere a bordo, come parte delle attrezzature antincendio, un numero specifico di SCBA con un’autonomia minima di 1200 l. Tale attrezzatura deve essere certificata e contrassegnata con il marchio “timoncino” MED / SOLAS. 

Il Regolamento di esecuzione della Direttiva MED stabilisce, all’item MED/3.7, nella colonna “Norme di Prova”, che lo standard di riferimento è la ISO 23269-2: 2011 (antincendio – solo uso marittimo). 

Ricordiamo che gli SCBA sono DPI certificati secondo la norma EN 137 e che, sulla base di questa, si dividono in: 

Tipo 1- Apparato per uso industriale 

Tipo 2- Apparato per la lotta antincendio 

A causa della sua destinazione d’uso, l’autorespiratore di tipo 2 differisce dal tipo 1 per i materiali altamente resistenti alle fiamme che consentono all’apparato di superare prove come l’ingombro di fiamma (*) e le prove di resistenza alle radiazioni. L’SCBA di tipo 2 deve essere dotato di una maschera di classe CL3 +. 

Dalle definizioni sopra si evince che SCBA di tipo 2 è l’unico autorespiratore idoneo all’uso a bordo delle navi secondo le disposizioni MED. 

Gli SCBA di tipo 2 forniti da SPASCIANI sono i seguenti modelli: 

RN FR 

RN FR T2 

(*) Gli SCBA per antincendio devono superare il test “Flash Over”, in cui l’apparato viene messo in una cabina a 80 ° C per 15 minuti e bruciato da fiamme dirette a 1.000 ° C per 10 secondi. Alla fine del test l’SCBA viene lasciato cadere a terra. Per tutto questo, l’SCBA deve esibirsi come al solito. 

SOLAS è l’acronimo di Safety Of Life At Sea. La SOLAS è una convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare costituita in seno alla IMO. La Direttiva 2014/90/EU sull’equipaggiamento marittimo (che abroga la direttiva 96/98/CE) dispone la certificazione ai fini della marcatura e commercializzazione CE in tutta Europa degli equipaggiamenti marini utilizzati e allestiti sulle imbarcazioni dei paesi dell’Unione Europea.  È stato stabilito al fine di assicurare la conformità di tali equipaggiamenti ai regolamenti delle Convenzioni Internazionali (SOLAS), i riferimenti normativi sono quelli emessi dalla IMO (International Maritime Organization) e dagli standard comunitari in riferimento alla sicurezza e alle caratteristiche prestazionali emessi nei paesi della Comunità Europea.   

I requisiti di progettazione, costruzione ed efficienza e le norme di prova previste negli strumenti internazionali di cui alla Direttiva 2014/90/UE sono riportati nel Regolamento di esecuzione (UE) 2019/1397 e si applicano a ciascun elemento dell’equipaggiamento marittimo, come stabilito nell’allegato. 

In particolare, per gli autorespiratori ad aria compressa, si deve far riferimento alle Regole della convenzione SOLAS 74, nonché risoluzioni e circolari IMO pertinenti e alle norme di prova elencati all’item MED/3.7 dell’allegato, mentre per i respiratori per evacuazioni di emergenza (EEBD) i riferimenti sono elencati all’item MED/3.41. 

Le regole Solas e IMO e le norme di prova utilizzate dagli Enti di certificazione sono riportate nei Certificati Modulo B emessi per ciascun equipaggiamento marittimo. 

IMO è l’acronimo di International Maritime Organization, organizzazione internazionale che opera per far seguire ai vari governi una linea comune per tutte le questioni tecniche interessanti la navigazione commerciale, promuovere l’adozione generale di norme rigorose in materia di sicurezza marittima, prevenire l’inquinamento dell’ambiente marino da parte delle navi. 

MED è l’acronimo di Marine Equipment Directive ovvero la Direttiva 2014/90/UE sull’equipaggiamento marittimo e che abroga la direttiva 96/98/CE del Consiglio. 

La Direttiva è stata recepita in Italia con DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 20 dicembre 2017, n. 239. 

I modelli di autorespiratori RN FR e RN FR T2 e gli EEBD SK e FUGE sono certificati MED. 

PED è l’acronimo di Pressure Equipment Directive, ovvero attrezzature ed insieme a pressione.  

La Direttiva 2014/68/UE (PED) disciplina i requisiti di progettazione, fabbricazione e valutazione di conformità delle attrezzature a pressione e degli insiemi. La 2014/68/UE è stata recepita in Italia con Decreto Legislativo n° 26 del 15 febbraio 2016 ed ha abrogato la precedente direttiva 97/23/CE dal 19/07/2016. 

Tutti i respiratori isolanti Spasciani dotati di bombola per aria compressa respirabile sono certificati PED. 

La valutazione della conformità e la certificazione CE avvengono con i moduli di certificazione B + D. 

I DPI prodotti dalla Spasciani S.p.A. sono sottoposti alla procedura di Certificazione CE da parte di un Organismo Notificato; questo vale anche per i dispositivi PED e MED. 

Tutti i dispositivi inoltre sono soggetti al controllo del Sistema di garanzia della qualità della produzione secondo i Moduli D delle Direttive e Regolamenti applicabili: 

DPI: Regolamento UE 2016/425 (ex Direttiva 89/686/CEE) 

PED: Direttiva 2014/68/UE (ex Direttiva 97/23/CE) 

MED: Direttiva 2014/90/UE (ex Direttiva 96/98/CE) 

La Spasciani produce DPI di terza categoria secondo il Regolamento UE 2016/425, ovvero prodotti “di progettazione complessa” che sono destinati a proteggere l’utilizzatore da rischi di morte o di lesioni gravi e a carattere permanente.  

DPI è l’acronimo di Dispositivi di Protezione Individuale come definiti dal Regolamento UE 2016/425,  recepito in Italia con Decreto Legislativo  19 febbraio 2019, n. 17. 

Il dispositivo di protezione individuale viene definito come un “dispositivo progettato e fabbricato per essere indossato o tenuto da una persona per proteggersi da uno o più rischi per la sua salute o sicurezza”. 

Il sistema di gestione per la qualità della Spasciani S.p.A. è certificato conformemente ai requisiti della UNI EN ISO 9001:2015 dall’ente di certificazione Italcert di Milano. 

ISO 9001 2015

La membrana fonica deve essere cambiata in qualsiasi momento se il test di tenuta sul viso, che dev’essere eseguito prima dell’uso, evidenzia delle perdite.  

Seguire sempre le indicazioni riportate nelle note informative delle maschere. 

L’alimentazione di un secondo operatore con gli autorespiratori Spasciani serie MK2 può essere fatta in uno dei seguenti modi: 

1. Utilizzando la valvola automatica a4vie che può anche essere usata per collegare il primo operatore ad una sorgente alternativa 
2. Utilizzando il raccordo di alimentazione secondo operatore (normalmente chiuso con un tappo) posizionato direttamente sul riduttore.

Per ulteriori informazioni clicca qui

La bombola ad aria compressa in acciaio va ricollaudata dopo 10 anni dalla data di costruzione oppure da quella dell’ultimo collaudo. 

La bombola ad aria compressa in composito va ricollaudata ogni 3 anni. 

Tutti gli autorespiratori sono dotati di segnale acustico di allarme che allerta l’utilizzatore quando il volume di aria all’interno della bombola scende sotto i 200 l, che si traduce in un valore di pressione di 55±5 bar per gli autorespiratori con bombole di volume ≥ 6 l, di 75±5 bar per gli autorespiratori con bombola da 3 l e di 35±5 bar per gli airline carrellati con bombole da 50 l. 

L’allarme del nostro autorespiratore non è un fischietto convenzionale, è localizzato nell’erogatore e dipende dalla respirazione dell’utilizzatore. 

Quando si verificano le condizioni di allarme (raggiungimento del valore di pressione nella bombola sopra indicato) l’utilizzatore sente un fischio nella maschera ad ogni inspirazione. 

Seguire la seguente procedura per verificare il funzionamento del segnale acustico di allarme nei nostri autorespiratori: 

1. Aprire la valvola a volantino della bombola e mandare in pressione l’apparecchiatura (con l’erogatore non collegato alla maschera e il pulsante di bloccaggio rosso premuto) 

1. Chiudere la valvola della bombola 

1. Con il palmo chiudere l’uscita dell’aria sull’erogatore e aprirlo premendo il “pulsante” in gomma. Lasciar sfuggire l’aria lentamente. Alla pressione di circa 55±5 bar (o ai valori differenti sopra indicati) rilasciare l’aria rapidamente con movimenti intermittenti del palmo. A questo punto si deve udire una vibrazione sonora che termina quando l’aria è stata completamente rilasciata. 

Nota: Si consiglia di rilasciare l’aria molto lentamente e di aspettare alcuni secondi in corrispondenza del valore critico. 

1. Premere nuovamente il pulsante di bloccaggio. 

Per ulteriori informazioni fare riferimento al libretto di istruzioni dell’autorespiratore e visionare il video qui allegato. (Se il video non si apre clicca qui per vederlo direttamente sul sito di YouTube) 

La Spasciani garantisce una durata di immagazzinamento di cinque anni dalla data di fabbricazione per i filtri antigas e combinati e di dieci anni per i filtri antipolvere.  

La data di scadenza è indicata sulla confezione e sull’etichetta accanto al pittogramma raffigurante una clessidra. Ulteriori informazioni si trovano nella nota informativa presente in ogni confezione. 

I filtri antigas non hanno, nella pratica, una durata definita. Le durate fornite dalle norme EN sono applicabili solo alle prove eseguite in laboratorio in ben determinate condizioni. È pratica corrente considerare esaurito un filtro se si sente l’odore del gas da cui ci si deve proteggere nell’aria respirata. Non tutte le sostanze però hanno una soglia olfattiva sufficientemente bassa per permettere una rilevazione olfattiva prima che la concentrazione raggiunga livelli di pericolosità. La guida alla selezione dei filtri, consultabile nella sezione supporto del sito, riporta la soglia olfattiva di molte sostanze tra le più comuni. Altri gas, ad esempio il CO (Monossido di Carbonio) sono inodori e non possono essere percepiti olfattivamente, pertanto hanno una durata massima stabilita (es. per il CO massimo 20 minuti).  

Maggiori informazioni sono disponibili nella nota informativa che accompagna ogni confezione di prodotto. 

I filtri in materiale plastico hanno migliori caratteristiche di resistenza meccanica e chimica alle sostanze aggressive. 

La Spasciani produce filtri in materiale plastico da oltre 20 anni. In precedenza, costruiva filtri in alluminio come fanno ancora alcuni fabbricanti. 

La ragione di tale scelta è dovuta alla resistenza del materiale plastico impiegato all’azione corrosiva dei prodotti chimici di cui il carbone attivo è impregnato. Col passare del tempo infatti, anche se si procede a trattare superficialmente l’alluminio, si crea una reazione elettrochimica che causa la corrosione dell’involucro. In casi estremi si arriva anche ad una corrosione passante e questo è particolarmente vero per i filtri che vengono solo parzialmente usati, dove l’assorbimento di umidità e di gas aggressivi accelera la reazione. La foto mostra l’effetto dell’azione corrosiva in un filtro della concorrenza nuovo e con ancora tre anni di vita residua di immagazzinamento. 

Un altro motivo per la scelta del materiale plastico à la maggiore resistenza agli urti. Un filtro metallico ammaccato nella zona del filetto di raccordo non è più usabile. Ciò non può avvenire per i filtri plastici che sono indeformabili. 

Gli urti sui filtri plastici non determinano perdite di prestazioni in virtù della perfetta compattazione del materiale filtrante come dimostrato dal superamento delle prove di “Rough Usage” della norma EN 14387.